La Regione si impegna per rendere effettivi i principi costituzionali che sanciscono il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (legge regionale n°12/2002) e promuove lo sviluppo di società pacifiche, giuste e inclusive che siano libere dalla paura e dalla violenza.

Il contesto attuale delle migrazioni forzate dai diversi teatri di guerra e causate dalla crisi climatica assume in maniera sempre più evidente il ruolo di fenomeno strutturale e non più transitorio. Per questa ragione si ritiene necessario che i cittadini, in particolare i bambini, i ragazzi e le famiglie, posseggano gli strumenti culturali per capire, interpretare e agire in una situazione interculturale nuova.

A questo scopola Regione sostiene iniziative di educazione e sensibilizzazione della comunità regionale ai temi della solidarietà internazionale, dell'interculturalità e della pace nonché iniziative culturali, di ricerca ed informazione sui temi della pace e della tutela dei diritti umani, al fine di prevenire e combattere la discriminazione, in particolare quella fondata sull'origine etnica, la religione, le opinioni politiche o le condizioni personali e sociali. 

Promuove inoltre iniziative volte a favorire una cultura di pace nella scuola, in particolare valorizzando il ruolo delle Scuole di pace presenti sul territorio regionale, nonché iniziative volte a favorire attività di aggiornamento degli insegnanti delle scuole in materia di pedagogia e di didattica della pace, di gestione e risoluzione non violenta dei conflitti. In regione si è consolidata, anche attraverso l’esperienza della Fondazione Scuola di pace di Montesole, una piattaforma culturale e di conoscenza che accompagna il dialogo nelle scuole, nelle università e presso le istituzioni del territorio, in un percorso di studio, consapevolezza e riflessione per una nuova cultura di pace.

Dalla Raccomandazione sull’educazione alla pace e ai diritti umani, alla comprensione internazionale, alla cooperazione, alle libertà fondamentali, alla cittadinanza globale e allo sviluppo sostenibile” dell’Unesco (2023): “L’educazione dovrebbe sottolineare l’importanza di prevenire e affrontare la guerra, l’aggressione e ogni forma di violenza e di violazione dei diritti umani, e portare ogni persona e comunità a comprendere e ad assumersi le proprie responsabilità per mantenere, promuovere e richiedere la pace. L’educazione dovrebbe anche contribuire a contrastare il razzismo, la xenofobia e tutte le azioni e ideologie che incitano all’odio, a tutte le forme di intolleranza, discriminazione e violenza.”

Il Piano d’azione sui diritti umani e la democrazia, adottato nel luglio 2015 per il periodo 2015-2019 è il riferimento orientativo per i lavori dell’Unione europea in questo settore. Secondo il Piano, l’UE promuoverà i principi della non discriminazione, parità di genere ed emancipazione femminile, assicurerà un approccio globale per i diritti umani nella prevenzione e risoluzione dei conflitti e delle crisi, integrerà ulteriormente i diritti umani negli aspetti esterni delle politiche dell’UE al fine di garantire una maggiore coerenza tra le politiche, in particolare nei settori della migrazione, degli scambi e degli investimenti, della cooperazione allo sviluppo e della lotta al terrorismo. Nel 2000, inoltre, il Parlamento europeo, la Commissione europea e il Consiglio hanno pubblicato la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Si tratta di un documento che sancisce i diritti e le libertà fondamentali riconosciuti dall'Unione europea.

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